La vita di una ballerina

Intervista di Maria Meoni a una giovane promessa della danza

Ciao e bentrovata, grazie per avere accettato di rispondere alle domande di questa intervista, che vuole dare voce alle aspettative, ai timori, alle speranze e alle difficoltà di una giovane ballerina in questi tempi così complessi. Anzitutto, presentiamoci ai nostri lettori.

Beatrice Vettor - La vita di una ballerinaCiao! Grazie a te dell'opportunità. Mi chiamo Beatrice Vettor, ho 18 anni, abito in una piccola città in provincia di Venezia e frequento il liceo classico.

Quando hai iniziato a ballare?
Ho iniziato a ballare quando ero molto piccola, penso non appena avessi imparato a camminare! Non l’ho mai interpretata come una scelta, ero troppo piccola per scegliere, eppure qualcosa mi ha sempre spinto verso quest’Arte. C’è sempre stata un’attrazione impossibile da spiegare e soprattutto da reprimere che mi lega alla danza: da quando l’ho incontrata, non ci siamo più lasciate. Attualmente studio a Venezia nella Scuola di Danza Diaghilev diretta da Francesca Siega.

Quanto tempo dedichi alla danza nelle tue giornate?
Questa è una domanda che mi viene fatta molto spesso dal momento che sono costretta a spostarmi con il treno per andare a danza, quindi in una mia giornata tipo esco di casa alle 8 per andare a scuola e non rientro prima delle 18. Trovo che sia una semplice questione di organizzazione: se riesco a ritagliarmi del tempo (di solito nel weekend) cerco di anticiparmi quante più materie possibile; durante la settimana, invece, sono costretta a studiare la sera, ma ormai è diventata la normalità! Così facendo trovo il tempo di dedicarmi anche ad altro, uscire con i miei amici e fare la vita di una normale ragazza di 18 anni!

Cosa ti affascina della danza?
È sicuramente un modo diverso per esprimersi che non ha niente a che fare con la parola. Io sono una ragazza molto espansiva e socievole, parlo molto (forse troppo!) e mi piace stare in mezzo alla gente. Nonostante questo però, la danza è in grado di dare tutt’altre emozioni: spesso ci troviamo costretti a scegliere determinate parole rispetto ad altre perchè magari condizionati dal contesto o da ciò che gli altri pensano di noi, ma con il corpo non si può mentire. È lo specchio di ciò che realmente proviamo ed è questo che mi affascina di più della danza: la sua innata trasparenza.

Cosa pensano famiglia e amici della tua scelta?
Mi ritengo molto fortunata perchè sono circondata da persone che appoggiano incondizionatamente ciò che faccio e mi supportano in tutto e per tutto: vengono a vedere qualche spettacolo se possono, si interessano dei particolari e delle audizioni che faccio, ecc. Anche se spesso non capiscono tutti gli sforzi che ci sono dietro e la dedizione che viene richiesta, i miei amici sono sempre molto presenti in questo aspetto della mia vita ed io gliene sono immensamente grata.

Ritieni che ci sia, nella nostra società e cultura, una sufficiente consapevolezza del valore di quest'arte?
Ora che mi affaccio (spero!) al mondo professionale, mi accorgo sempre di più di come la danza non abbia le attenzioni che merita, soprattutto nel nostro paese. Trovo che ciò sia frutto di un retaggio culturale che non concepisce la professione di danzatore come un vero e proprio lavoro, ignorando totalmente la costanza, la cura e l’attenzione per forgiare il proprio fisico. Proprio per questo motivo, fare il ballerino è un lavoro che ti impegna ben oltre la sala e che ti dà una determinata forma mentis. Io credo tantissimo nella potenza di quest’Arte e spero con tutto il mio cuore che tante cose possano cambiare.

Un tuo impegno per il futuro della danza?
Danzare è un impulso innato in tutti gli uomini ed è per questo che il messaggio “ballato” arriva sempre dritto al cuore. Ho tanta fiducia nel futuro e nelle nuove generazioni. Io, dal canto mio, farò tutto ciò che è in mio potere per far ricredere il mondo!


(in foto: Beatrice Vettor)